Ippocrate diceva: “Fa che il cibo sia la tua medicina” e malgrado siano passati secoli da questo suo enunciato, le moderne conoscenze sulla salute lo confermano appieno. Una delle prime domande che viene posta al medico veterinario durante la consultazione per le visite di cani e gatti è proprio quale sia l’alimentazione più adatta per il nostro pet. Il cibo, che introduciamo con la dieta, può essere infatti determinante, insieme allo stile di vita, per il mantenimento di una salute ottimale. Questo ovviamente vale anche per i nostri amici con la coda. La domanda che spesso si pongono gli umani, che hanno in famiglia un cane o un gatto, è se sia meglio una dieta industriale o fresca. Vediamo insieme quali sono i pro ed i contro di entrambe le scelte alimentari.

Diete industriali: il pet food

Pare che la nascita del pet food risalga alla metà del 1800 grazie ad un’intuizione di un elettricista americano, che andando a Londra per lavoro con una nave notò che i cani inglesi, che affollavano il porto, si alimentavano con le gallette di cereali lanciate dai marinai. Da qui la sua idea di produrre dei biscotti per cani a base di grano, barbabietola e sangue di bovino, idea che portò nei secoli all’attuale fiorente mercato degli alimenti industriali per cani e gatti. Da questi biscotti all’offerta di alimenti per cani e gatti di strada ne è stata fatta tanta! Oggi esistono diversi tipi di alimenti industriali, che si suddividono principalmente in:

  • mangimi completi
  • mangimi complementari.

I primi hanno una composizione tale da garantire tutti i nutrienti necessari, mentre i secondi sono caratterizzati da una composizione ricca di alcuni nutrienti, ma carente di altri e pertanto da utilizzarsi insieme ad altri alimenti o mangimi. Sia i mangimi completi, che complementari, esistono in varie formulazioni:

  • secchi, ovvero le classiche crocchette
  • umidi, ovvero le scatolette
  • semi-umidi, cioè un misto tra le due tipologie precedenti.

Questi ultimi sono spesso snack o biscotti. Un’altra classificazione, che può essere fatta, è quella basata sulla qualità commerciale dei vari tipi di mangimi, secondo la quale si individuano:

  • i più economici, i mangimi “primo prezzo”,
  • i mangimi “premium
  • superpremium
  • ultrapremium”.

Questa ultima classificazione viene fatta in base a diversi parametri, tra i quali la tipologia di ingredienti scelti, la concentrazione di principi attivi ed energia, la scelta ed il controllo delle materie prime, l’appetibilità e la digeribilità, il confezionamento, i controlli sul prodotto finito, ed infine ovviamente il prezzo. Un mangime ultrapremium sarà quello con le migliori caratteristiche. Gli ingredienti dei mangimi industriali sono prevalentemente costituiti da carne o pesce disidratati, essiccati o in forma di farine, talvolta freschi, proteine vegetali, cereali e derivati, verdure, minerali vitamine e grassi. La composizione deve per legge essere indicata con la percentuale di ingredienti in ordine decrescente. Inoltre, c’è la possibilità per le aziende produttrici di indicare le categorie o il singolo ingrediente. Tra gli alimenti industriali, vi sono poi alcuni, che sono destinati a particolari fini nutrizionali, ovvero i cosiddetti mangimi “dietetici”, che sono indicati per il supporto di animali in determinate condizioni patologiche, come ad esempio mangimi per i problemi delle vie urinarie o renali o epatici e così via. Questa ultima tipologia di mangimi dietetici andrebbe sempre acquistata sotto consiglio o prescrizione di un medico veterinario, in quanto alcune formule sono carenti o più ricche di alcuni ingredienti, e se utilizzati senza cognizione di causa possono a lungo andare danneggiare la salute dei nostri beniamini.

Dieta fresca: cruda o cotta?

Prima dell’avvento del pet food i cani e i gatti vivevano di un’alimentazione fresca, preparata con gli ingredienti delle nostre tavole. Vi sono numerose testimonianze di ricette per cani e gatti risalenti perfino al medioevo e nelle quali si legge che i principali ingredienti della “pappa” casalinga erano costituiti prevalentemente da scarti di cibo della tavola, come cereali, tuberi, verdure e carne o pesce. Di questi ultimi solitamente si utilizzavano tutte quelle parti altrimenti non utilizzabili per l’alimentazione degli uomini, come ad esempio: ossa, sangue, alcune interiora, pelli e così via. I cani e i gatti, che convivevano con l’uomo, erano spesso adibiti a mansioni come la caccia, la pastorizia, la difesa dagli assalti dei topi, e offrire loro gli scarti del cibo casalingo sembrava una soluzione ottimale, visto che essendo liberi di cacciare, questo cibo era un’aggiunta a quella, che era la loro naturale dieta da carnivori, ovvero le prede cacciate. Man mano che il rapporto tra umani e cani e gatti si è trasformato, questi animali sono diventati dei veri e propri membri delle famiglie e la loro presenza all’interno di essere non è più legata alle loro funzioni di supporto all’uomo come la caccia o la pastorizia. I nostri amici a quattro zampe molto spesso vivono con noi soltanto per farci compagnia e vengono trattati quindi come componenti della famiglia. Sono numerosi negli ultimi anni gli studi che hanno consentito di capire quali fossero le esigenze nutrizionali e, da un lato l’industria del pet food ha risposto a queste esigenze formulando mangimi specifici, mentre dall’altro sono fiorite numerose scuole e corsi di master sull’alimentazione di cani e gatti nelle quali è possibile per i medici veterinari studiare la composizione delle diete fresche ideali per i loro pazienti. La prima cosa da tenere presente è che il cane è un carnivoro opportunista, mentre il gatto un carnivoro stretto e, pertanto, salvo casi particolari, la carne, il pesce e le proteine di origine animale devono rappresentare la quota più ingente degli ingredienti di una dieta fresca. Ciò non toglie che nel cane è possibile somministrare anche una certa quota di cereali, mentre nel gatto questi sono praticamente non necessari, salvo in rari casi. In entrambe le specie sono invece fondamentali i grassi e la fibra apportata da frutta o verdura. Tra le diete fresche ci si può orientare tra:

  • diete cucinate
  • e diete a crudo.

Le diete cucinate, come indica la loro definizione, prevedono la somministrazione di alimenti precedentemente cucinati, mentre la dieta cruda prevede che le ricette siano preparate con carne cruda, frutta e verdure crude e, in alcuni casi, cereali che vanno però cotti, altrimenti sarebbero indigeribili. Questo ultimo tipo di dieta viene chiamata dieta “barf”, che proviene dall’acronimo inglese di “bone and raw food”, ovvero letteralmente ossa e cibo crudo. Questa dieta è stata messa a punto da un medico veterinario australiano, che individuò questo tipo di alimentazione come la più appropriata per degli animali carnivori. Entrambi i tipi di dieta fresca, sia cucinata, che a crudo, devono essere integrate con integratori vitaminico- minerali, in quanto i trattamenti termici alle quali sono sottoposte e la composizione degli ingredienti possono diminuire l’apporto di alcune vitamine e minerali. Un altro fattore, che diminuisce la conservazione di vitamine e minerali, oltre al processo di cottura e dell’abbattimento a freddo, che si utilizza nelle preparazioni, è rappresentato dal fatto che la carne ed il pesce utilizzati per la preparazione delle ricette fresche provengono da carcasse di animali precedentemente dissanguati. E quindi privati del sangue che contiene determinati nutrienti fondamentali per i carnivori; inoltre, spesso vengono utilizzati tagli di carne, che non contengono alcuni dei componenti di taluni nutrienti. Tuttavia, il mercato dell’alimentazione dei pet ha ovviato a questo inconveniente rendendo disponibili numerosi integratori da aggiungere alle diete sia cucinate che a quelle barf.

Vantaggi e svantaggi della dieta industriale

Sia per quanto concerne gli alimenti secchi, che per quelli umidi, vi sono svariato vantaggi: tra questi la possibilità di conservarli a lungo, i tempi di preparazione e somministrazione ridotti al minimo, l’appetibilità, in alcuni casi agevolata da sostanze appetizzanti, lo stoccaggio più facile, l’esistenza di ricette formulate appositamente per i vari stadi fisiologici della vita come ad esempio la crescita, la gravidanza, l’allattamento, la senilità e per varie condizioni patologiche. Per gli alimenti secchi, vi è poi il vantaggio di poter essere utilizzati per l’alimentazione a volontà, come è indicato per la salute dei gatti. Molto spesso poi, per alcuni mangimi, vi è anche una convenienza economica per un buon rapporto qualità – prezzo. Tra gli svantaggi, sono maggiori quelli per gli alimenti umidi, come ad esempio, i costi elevati e la difficoltà di trasporto e stoccaggio, la rapida degradazione una volta aperti, il fatto di non poter essere offerti a volontà, perché facilmente deperibili. Per gli alimenti secchi, invece, vi è il fatto che devono necessariamente offerti con grandi quantità di acqua a disposizione, che essendo molto concentrati come tenore calorico possono incrementare il sovrappeso e l’obesità, che in molte ricette vi è un eccesso di carboidrati necessari alla fabbricazione delle crocchette ed infine alla presenza di contaminanti, specialmente di origine vegetale. Non di secondaria importanza, uno degli svantaggi principali, è anche quello che nei mangimi industriali non vi sono alcune volte indicate le quantità e qualità di alcuni ingredienti, e che alcuni conservanti e coloranti, seppur indicati in etichetta, vengono espressi con sigle, che non sono facilmente comprensibili. Inoltre, per gli animali allergici o intolleranti bisogna sempre considerare che durante il processo di fabbricazione possono essere inglobate piccole quantità di sostanze in grado di provocare l’allergia o fenomeni di intolleranze.

Pro e contro della dieta fresca

La dieta fresca rappresenta una vera e propria dieta su misura per il nostro pet, cucita addosso alle sue esigenze, come un abito sartoriale. Ciò è vero, se ci rivolgiamo ad un medico veterinario esperto in nutrizione, poiché il fai da te può essere davvero insidioso. I vantaggi della dieta fresca sono quindi:

  • una formula fatta apposta per il nostro amico a quattro zampe
  • elaborata per le sue esigenze specifiche.

Inoltre, si possono valorizzare alcuni alimenti che vengono considerati come quasi scarti, come ad esempio alcune frattaglie, o altri sottoprodotti. Il vantaggio maggiore è quello di poter scegliere gli alimenti e pertanto essere sicuri, ad esempio in caso di intolleranze, di aver somministrato effettivamente soltanto alcuni ingredienti. La qualità di questi ultimi è inoltre certamente superiore, in quanto comprati attraverso la stessa rete di distribuzione del consumo umano.

Le diete fresche si possono inoltre utilizzare in caso in cui il nostro pet abbia una patologia, che riduce l’appetito, perché molto spesso risultano più gradite. Inoltre, se opportunamente formulate da un medico veterinario esperto, sono un ottimo punto di partenza per curare diverse condizioni patologiche, che spaziano dalle enteropatie croniche, all’insufficienza renale, fino al diabete, l’obesità e numerose patologie metaboliche. La dieta fresca, infatti, che sia cotta che a crudo, può risultare più salubre in quanto manca di una serie di additivi, appetizzanti, coloranti e conservanti chimici che, a lungo andare, possono appesantire il metabolismo del nostro pet. Un altro aspetto molto positivo dell’alimentazione fresca è quello delle implicazioni affettive: preparare una dieta fresca per il nostro amico rafforza quello che è il legame affettivo, di fiducia e migliora la nostra relazione. Gli svantaggi riguardano specialmente:

  • i tempi di preparazione,
  • la facile deperibilità degli alimenti,
  • in alcuni casi i costi più elevati,
  • la possibilità che gli animali scartino alcuni tipi di alimenti non graditi
  • e la necessità di aggiungere integratori vitaminico-minerali.

Un altro svantaggio può essere quello di dover preparare quantità ingenti di alimento, nel caso di cani di taglia molto grande o di un gruppo numeroso di animali, ma con opportune accortezze e la possibilità di stoccare gli alimenti freschi prima e dopo la cottura, si può ovviare a questi inconvenienti.

Cosa metto nella ciotola?

Il consiglio sopra tutti è quello di chiedere una consulenza nutrizionale ad un medico veterinario esperto in nutrizione, che potrà stilare il programma dietetico più adatto alle esigenze nutrizionali del tuo pet e anche alle tue esigenze logistiche. Molto spesso infatti è possibile capire cosa è meglio per il nostro beniamino soltanto dopo la consultazione di uno specialista il quale, sia industriale o fresca, o perfino mista, sarà in grado di prescriverci la dieta migliore per il nostro amico. Bando quindi al fai da te, perché la dieta è la parte più importante per costruire una solida salute del nostro amico a quattro zampe.