I disturbi gastrointestinali nel pet possono essere differenti e riconoscere diverse cause, tra cui:
- dietetiche
- tossiche
- infettive
- parassitarie
- neoplastiche
- idiopatiche
Ma esistono anche delle predisposizioni di razza, potremmo chiederci, alle affezioni gastrointestinali dei gatti?
Una delle razze feline con maggiore incidenza di affezioni dell’apparato gastroenterico è quella Siamese: a iniziare dalla cavità orale, con la malattia parodontale, alle disfunzioni piloriche a livello dello stomaco; riportata anche una maggiore incidenza di neoplasie intestinali (Rissetto et al, 2011).
Solo i gatti Siamesi?
La razza Siamese può essere predisposta anche a forme di megaesofago idiopatico (senza una specifica causa), anche associate ad anomalie del piloro. In questa razza, anche un’aumentata tendenza alle pancreatiti, secondo uno studio retrospettivo su 40 soggetti, in cui i felini di questa razza erano sovra-rappresentati (Hill & Van Winkle, 1993).
Ma che s’intende per megaesofago? È una dilatazione dell’esofago, con concomitante alterazione della motilità. Quando congenito, il megaesofago può iniziare a manifestarsi fin dal periodo dello svezzamento o comunque in animali molto giovani: perciò, se noti che il tuo gattino di razza Siamese presenta rigurgito, che solitamente è il segno principale, riferiscilo al medico veterinario, che valuterà opportunamente la sintomatologia. La tua collaborazione da proprietario, come sempre, è importante per facilitare il professionista nella diagnosi.
Come si manifesta nel gatto? Solitamente, oltre ai sintomi gastroenterici come il rigurgito possono essere presenti anche sintomi respiratori ricorrenti tra cui tosse, dispnea, scolo nasale; possono subentrare delle polmoniti ab ingestis, secondariamente al megaesofago, potenzialmente anche fatali. Può esservi inoltre una perdita di peso, dovuta alla mancata ritenzione dell’alimento, a sua volta causata da questa alterazione della motilità esofagea.
Lo stato clinico può talvolta migliorare, nel caso in cui vengano individuate e ben gestite delle disfunzioni concomitanti, come alcune endocrinopatie. Associato anche a gravi condizioni neurologiche quale è la Myastenia gravis, disturbo autoimmune della trasmissione neuromuscolare, è stato segnalato nelle razze Abissino e Somalo (Hague, 2015). Riscontrata nei gatti Devon Rex e Sphynx una miopatia variabilmente progressiva, caratterizzata da debolezza muscolare appendicolare e assiale, megaesofago, debolezza faringea e affaticabilità (Gandolfi et al, 2015).
Nel Gatto dell’isola di Manx, l’omonima sindrome muscolo-scheletrica ereditaria può comportare, oltre a gravi anomalie della colonna vertebrale e della coda, anche alterazioni dell’apparato gastroenterico (Song et al, 2016), tra cui megacolon e prolasso rettale; perciò, se hai un gatto di questa razza e noti anomalie nella defecazione, come l’incontinenza fecale, parlane con il medico veterinario.
Nel gatto di razza Ragdoll, invece, soprattutto maschi, è stata segnalata la Fibroplasia eosinofilica sclerosante gastrointestinale felina, una condizione infiammatoria che può colpire sia stomaco che intestino, con coinvolgimento dei linfonodi regionali (Linton et al, 2015).
Anche Persiano, Himalayano…
E il fegato? Nel Siamese è stata segnalata anche l’amiloidosi familiare, con coinvolgimento primariamente epatico in questa razza, a differenza di altre razze, come l’Abissino, in cui l’organo più colpito è il rene (Niewold et al, 1999). Si può manifestare con disfunzionalità del fegato, fino a determinare infine gravi emorragie spontanee dell’organo; condizione anche fatale, può manifestarsi a diverse età anche se i segni clinici diventano solitamente evidenti in gatti tra 1 e 7 anni (Struck et al, 2020).
Nel gatto Persiano, invece, oltre al rene, può essere policistico anche il fegato. Da tempo è noto che il gatto Persiano ha una maggior tendenza a manifestare questa patologia su base ereditaria, rispetto ad altre razze: in uno studio su 27 gatti affetti da fegato o rene policistico, 21 sono risultati Persiani, o incroci di questa razza (Bosie et al, 1998). Nella razza è inoltre segnalata una maggior frequenza della malattia parodontale.
Esistono anche delle importanti alterazioni dell’apparato gastroenterico, come lo shunt portosistemico congenito, che solitamente nei gatti è di tipo extra-epatico (gli shunt possono essere anche intra-epatici, come anche singoli o multipli). Ma cosa sono gli shunt portosistemici? Si tratta di comunicazioni vascolari anomale. Per intenderci, risultano in diretto contatto due vasi che non dovrebbero esserlo, e se ciò accade a livello della vena Porta del fegato, non vengono eliminati dal sangue composti tossici, che in condizioni normali verrebbero invece rimossi. I gatti affetti presentano un’ampia varietà e una diversa intensità di segni clinici, e solitamente la gestione è sia clinica che chirurgica. Nel gatto, lo shunt portosistemico è stato segnalato come più frequente nella razza Himalayana (Hunt, 2004).
Queste, alcune delle possibili correlazioni tra razze feline e disfunzioni dell’apparato gastroenterico, tra loro diverse e di differente entità. Se noti qualsiasi sintomo nel tuo gatto, come il rigurgito o la diarrea, parlane con il medico veterinario, che intraprenderà il percorso diagnostico, tenendo conto anche della razza.
In base alla diagnosi, clinica o chirurgica, il medico veterinario valuterà poi la gestione più indicata. Nel caso in cui inserisse nel trattamento di supporto anche dei mangimi complementari appositamente formulati, come Florentero Act di Candioli Pharma per il benessere intestinale, segui sempre le indicazioni veterinarie, affinché l’impiego di questi prodotti, oltreché adeguato, sia anche realmente utile.