Si parla tanto di prebiotici. Ma cosa sono, esattamente? E perché possono essere utili anche al pet?
Abbiamo già parlato del microbiota intestinale e dell’importanza di mantenerlo in equilibrio, non solo in relazione al mantenimento del benessere dell’intestino, ma dell’intero organismo.
Come riuscirci?
Oltre a una dieta equilibrata e consigliata dal medico veterinario, anche al pet si possono somministrare “batteri buoni” in grado di migliorare e mantenere la salute intestinale.
Con il temine “probiotici” si intendono quei “microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo” (dal sito del Ministero della Salute, al febbraio 2022).
Quali sono i probiotici più usati nell’essere umano? Batteri, soprattutto, come lattobacilli e bifidobatteri, ma non solo; il Saccharomices boulardii, per esempio, è un ceppo non batterico ma con azione probiotica. Questo, nell’essere umano, ma anche in cane e gatto i probiotici possono svolgere un’azione benefica.
I prebiotici, invece? Cosa sono e come agiscono?
Si tratta di substrati selettivi per specifici ceppi di “batteri buoni”; più semplicemente, potremmo immaginarli come degli stimolatori del loro sviluppo.
Si definiscono prebiotiche, infatti, quelle “sostanze non digeribili di origine alimentare che, assunte in quantità adeguata, favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme al prebiotico” (ancora una volta, per la definizione ci rifacciamo al sito del Ministero della Salute).
Tecnicamente, spesso si tratta di carboidrati non digeribili: resistendo agli enzimi digestivi dei mammiferi, riescono a raggiungere l’intestino, dove si comportano da substrati per i batteri benefici. Una volta assunti con la dieta, i prebiotici vanno a stimolare la crescita e l’attività metabolica di batteri entero-protettori, ovvero quelli che svolgono una funzione protettiva sull’intestino. Tra le sostanze prebiotiche, i frutto-oligosaccaridi (FOS), lo psillio e la crusca.
Ci sono evidenze scientifiche sull’integrazione con prebiotici nella dieta di cani e gatti. Nel cane adulto sano, per esempio, l’integrazione con frutto-oligosaccaridi e mannano-oligosaccaridi (MOS) è risultata in grado di aumentare la concentrazione di bifidobatteri e lattobacilli, favorendo l’ecologia microbica intestinale e fecale, a scapito di batteri patogeni come il Clostridium perfringens (Swanson et al., 2002). Con possibili effetti benefici anche sullo stato immunitario. È stato inoltre evidenziato che i lattobacilli risultavano più efficaci, se somministrati in associazione ai FOS.
I prebiotici possono risultare benefici anche perché rientrano nella produzione di acidi grassi a corta catena (SCFA, Short-chain Fatty Acids). Esistono studi che, dopo l’integrazione con prebiotici, attestano concentrazioni fecali più alte di acidi grassi a catena corta, come il butirrato. Ma perché sono così importanti gli acidi grassi a catena corta? Perché gli SCFA, il butirrato specialmente, rappresentano la principale fonte di energia per le cellule del colon.
I prebiotici possono dunque risultare utili a mantenere il giusto indice di salute intestinale del pet.
Tra i prodotti per cani e gatti che contengono pre- e probiotici, il Florentero Act di Candioli Pharma, che contiene FOS, MOS e specifici ceppi di batteri probiotici (di Lactobacillus acidophilus ed Enterococcus faecium). Sempre dietro consiglio del medico veterinario.