Gastroenterite indica un processo infiammatorio a livello del tratto gastroenterico. Diverse le cause, e diversi i tipi di gastroenterite possibili nel gatto

Quando è acuta

In caso di gastroenteriti senza una causa specifica, si tratta spesso di episodi su base alimentare, tendenzialmente autolimitanti; tuttavia, il medico veterinario può comunque ritenere necessaria, nei casi più gravi, una terapia di supporto.

Ma cosa s’intende per gastroenterite acuta felina? Solitamente, s’intende la comparsa improvvisa di sintomi di sintomi quali vomito e diarrea.

La diarrea può presentarsi come acquosa, anche con presenza di sangue e muco, o accompagnata da tenesmo (defecazione difficoltosa).

La gastroenterite è contagiosa?

Se la gastroenterite è di origine infettiva, può essere contagiosa. Vi sono infatti numerosi agenti patogeni, che si trasmettono da gatto malato a gatto sano, sia attraverso il contatto diretto, che con un tipo di trasmissione indiretta, ad esempio utilizzando oggetti comuni, quali scodelle, lettiere, giacigli e trasportini o gabbie. Tra gli agenti infettivi più comunemente coinvolti nella patogenesi delle gastroenteriti infettive feline ci sono i virus, come il parvovirus, responsabile della gastroenterite e panleucopenia felina, i coronavirus felini, alcuni rotavirus. Vi sono poi agenti batterici che possono scatenare o aggravare le gastroenteriti feline come i Campylobacter, le Salmonelle, i Coliformi fecali, i Clostridi e diversi altri batteri.  Infine, molto comunemente, vi sono parassitosi intestinali, che possono essere causa di gastroenterite nei gatti e sono contagiose. Alcuni di questi patogeni, fatto salvo per i virus, che sono specie specifici, hanno carattere zoonosico, ovvero possono essere contratte anche dall’uomo. In ogni caso, la principale via di trasmissione è quella oro-fecale e pertanto, mantenendo le basilari norme igieniche, è molto difficile per un uomo contrarre queste forme dal gatto. Tuttavia, nei soggetti fortemente immunocompromessi, questo rischio esiste. Parlane con il tuo veterinario, che saprà delucidarti in merito, consigliandoti anche le corrette norme igieniche da mantenere nel caso il tuo gatto abbia una sospetta o accertata gastroenterite infettiva. 

La diagnosi

Se riferisci in anamnesi l’insorgenza improvvisa di vomito e diarrea e se, pur in assenza di una causa accertata, il veterinario registra una rapida risposta alla terapia di supporto, la probabile diagnosi per il tuo gatto sarà di gastroenterite acuta. Il medico veterinario potrà, in ogni caso, decidere di effettuare degli esami di laboratorio e ulteriori accertamenti: affidati alle sue indicazioni.

La gestione

Con vomito e diarrea acuti, può presto subentrare uno stato di disidratazione, più o meno marcato. Per correggere la disidratazione, il medico veterinario potrà ricorrere alla fluidoterapia.

Rispetto alla gestione alimentare, il veterinario potrà raccomandare un cibo altamente digeribile (sia commerciale, che casalingo), con piccole quantità sia di cibo, che di acqua.

In ogni caso, la gestione si basa sostanzialmente su una terapia di supporto, fino alla risoluzione dei segni clinici, che di solito arriva entro le 12-24 ore.

Nel caso in cui il gatto, invece, non risponda alla terapia di supporto, il medico veterinario potrà procedere a eseguire altri accertamenti, sia di laboratorio che di diagnostica per immagini.

Ovviamente, esistono anche delle cause specifiche di gastroenterite, come l’ingestione accidentale di sostanze tossiche o di corpi estranei, che richiedono il pronto intervento veterinario (nel caso di eventuali corpi estranei, anche quello chirurgico).

Gatto con vomito e diarrea

Vomito e diarrea sono tra i sintomi più frequenti, che i nostri amici felini possono presentare. Questi sintomi possono essere associati sia a problemi propri dell’apparato digerente, come infiammazioni o infezioni o neoplasie in diversi distretti di stomaco ed intestino, sia a condizioni patologiche metaboliche generali, quali malattie infettive, insufficienze d’organo e patologie neoplastiche o disordini ormonali. Vomito e diarrea possono quindi essere considerate in alcuni casi la punta dell’iceberg del problema del nostro amico. Se dipendono da disordini alimentari o ingestione di sostanze irritanti, e sono autolimitanti, possiamo ricorrere anche alla somministrazione di fermenti lattici e ad una dieta leggera. Se invece i sintomi si protraggono oltre le 24 – 48 ore e il nostro gatto si presenta anche abbattuto, inappetente e dolorante, è meglio ricorrere quanto prima ad una visita veterinaria. La perdita di liquidi attraverso vomito e diarrea, unita all’anoressia, potrebbero causare grossi problemi al nostro amico e pertanto meglio portarlo subito dal nostro veterinario curante che, attraverso la visita clinica ed accertamenti strumentali, quali analisi del sangue ed eventualmente un’ecografia addominale, potrà emettere una diagnosi ed impostare una terapia corretta. 

Gastroenterite infettiva

Quando si parla di gastroenterite infettiva nel gatto solitamente ci si riferisce alla forma sostenuta dal parvovirus felino. Questa particolare forma virale colpisce solitamente i gattini giovani e non vaccinati e provoca una grave gastroenterite emorragica e una forma di immunodepressione, causata dalla diminuzione di alcune cellule del sistema immunitario, i globuli bianchi, cellule deputate a difendere l’organismo da altri virus, batteri ed altri insulti patogeni. Ma in realtà, anche la gastroenterite da Coronavirus felino è una gastroenterite infettiva, causata appunto da un Coronavirus specifico felino, che non può essere trasmesso all’uomo, ma è molto contagioso per il gatto. Il contagio avviene per via oro fecale e inizialmente i sintomi sono aspecifici e includono anche diarrea e vomito, accompagnati da malessere generale, febbre, inappetenza, aumento di volume dei linfonodi e, a differenza del Parvovirus felino, le analisi del sangue mostrano un aumento dei globuli bianchi. Molti gatti però superano l’infezione e dopo pochi giorni di sintomi gastroenterici di scarsa entità, diventano resistenti. In una percentuale di casi invece, la malattia evolve in forme molto infauste, accompagnate da versamenti addominali o pleurici o formazioni di granulomi infettivi in diversi organi. Questa trasformazione accade a causa di una mutazione che il virus compie nell’organismo di gatti immunodepressi, perché affetti da altre malattie infettive o nei gatti molto giovani o anziani. Come abbiamo visto, da un punto di vista infettivo, anche le gastroenteriti batteriche e parassitarie si possono annoverare tra le gastroenteriti infettive. Solitamente però l’andamento clinico di queste ultime, in soggetti non particolarmente fragili, risulta essere più benigno: una volta individuato il parassita o il batterio responsabili, il vostro veterinario individuerà un trattamento specifico, che annienti il germe. Molto importante in tutte queste forme infettive è in ogni caso il sistema immunitario del gatto colpito ed il benessere del suo microbiota intestinale, specialmente per le forme virali per le quali non esiste una terapia specifica. Una dieta bilanciata associata a cicli di prebiotici e probiotici può aiutare il nostro amico ad affrontare meglio queste importanti sfide per la sua salute. Anche in questo caso il nostro veterinario ci potrà consigliare un piano di prevenzione per rinforzare le difese immunitarie del nostro amico felino.

Un aiuto dai mangimi complementari

La gestione dietetica può essere molto importante, nelle forme di gastroenterite aspecifica felina. In seno alla terapia di supporto, il medico veterinario potrà decidere di inserire anche dei mangimi complementari formulati specificamente per i disturbi acuti dell’assorbimento intestinale: un esempio è quello di Florentero Act e Florentero Fast, che contengono pre- e probiotici e che il veterinario saprà come e quando somministrare, a seconda del singolo caso clinico.

Quando è infettiva: la panleucopenia

Il parvovirus felino è un virus a Dna, che riesce a resistere nell’ambiente a lungo, per settimane o diversi mesi. Può colpire l’essere umano? No. Si tratta di un virus specie-specifico, che non colpisce altre specie animali all’infuori di quella felina, né l’uomo.

La gastroenterite infettiva da parvovirus felino è altamente contagiosa; si trasmette per via oro-fecale ed è in grado di determinare una grave infezione sistemica. Ma perché si chiama anche “panleucopenia”? Perché finisce per determinare un deficit delle cellule bianche del sangue. Colpisce, infatti, non solo l’epitelio e i villi intestinali, ma anche tessuti linfoidi e midollo osseo.

Come manifestazioni cliniche, possono essere presenti diarrea, vomito e anoressia.

Possibili anche delle infezioni intrauterine, che potranno indurre morte fetale o da cui potranno nascere gattini con delle gravi anomalie del cervelletto.

Ma c’è una buna notizia: esiste un vaccino per il parvovirus della panleucopenia felina (Feline panleukepenia, o FPV), che rientra tra quelli considerati core. Ma che significa vaccini core?  In tutte le linee guida, i vaccini per i pet vengono suddivisi in due categorie principali: quelli core (raccomandati) e quelli non core (opzionali). Così, anche sulle linee guida Wsava (World small animal veterinary association), il vaccino per il virus della panleucopenia felina è tra quelli raccomandati.

Per questo, se rispetti i periodici controlli veterinari e relative vaccinazioni, proteggi il tuo gatto da questa grave malattia infettiva, oggi meno diffusa del passato, proprio grazie ai protocolli vaccinali.

Quando inizierai a vaccinare il tuo gattino contro il FPV? Il veterinario inizierà le vaccinazioni del gattino a 6-8 settimane di età, o comunque mai al di sotto delle 4 settimane di vita. Il gatto adulto verrà richiamato ogni 3 anni (come da linee guida Wsava).

Ma si tratta dello stesso parvovirus che infetta il cane? E può colpire anche l’essere umano? No, l’FPV è il parvovirus del gatto, ed è specie-specifico.

Quando è cronica: l’IBD

 Detta anche malattia infiammatoria cronica intestinale, l’IBD (Inflammatory bowel disease) è un’enteropatia che, tipicamente, presenta dei segni gastroenterici ricorrenti, o persistenti, in associazione ad alterazioni istologiche più o meno significative.

Ma quali sono, i segni clinici di IBD? I più frequenti nel gatto sono proprio vomito e diarrea, cronici e associati ad alterazioni dell’appetito.

Non è ancora nota una causa esatta dell’IBD felina ed esistono diverse forme di questa enteropatia. La forma più comune di IBD è l’enterite linfocitico-plasmocitaria (LPE).

I siti coinvolti possono essere l’intestino tenue (più frequentemente), lo stomaco, e il colon.

Nell’IBD felina la diarrea, spesso acquosa e voluminosa, riguarda più frequentemente il piccolo intestino e può associarsi al dimagramento; è comunque possibile che sia presente anche un’enterocolite, che coinvolge anche il grosso intestino. I sintomi si possono presentare in maniera intermittente, ma può manifestarsi anche soltanto anoressia.

Perciò, anche se noti semplicemente che il tuo gatto perde l’appetito, riferiscilo al veterinario; il digiuno prolungato, inoltre, può indurre delle importanti disfunzioni epatiche nei felini. Non esitare a contattarlo.